Presidio contro Benetton (comunicato in supporto alla R.I.E.D.P.M.)

Il fenomeno land-grabbing, o neo-colonialismo, è tra le principali cause di schiavitù umana e animale espresse dal capitalismo moderno.
Uno strumento di persecuzione utilizzato da diverse multinazionali allo scopo di assicurarsi il dominio sulle terre, spesso rappresentate da foreste primordiali, da convertire in monocolture intensive, aree industriali, allevamenti.
Un processo che vede complici anche molte aziende italiane, come la famiglia Benetton, che negli ultimi 40 anni ha colonizzato (attraverso varie forme di repressione delegate a terzi) 960.000 ettari della Patagonia argentina convertiti in pascoli per l’allevamento/schiavitù di 260.000 ovini 9.700 bovini e 1.000 cavalli. Area, questa, dalla quale proviene il 10% della lana prodotta dalla multinazionale in questione: circa 1.300.000 kg ogni anno.
Repressione che ha colpito e sta colpendo il popolo Mapuche, in una zona tristemente nota per il sempre crescente numero di desaparecidos vittime di regimi oppressivi spesso dettati dal capitalismo, come denunciato dalla Rete Internazionale in difesa del popolo Mapuche in merito alla recente scomparsa del compagno Santiago Maldonado e di cui riportiamo un’estratto dall’appello diramato.

Il 1 agosto 2017 nel Pu lof en resistencia a Cushamen, comunità mapuche in Argentina, c’è stata una violenta irruzione senza mandato di oltre cento gendarmi, che sono entrati sparando pallottole di gomma e piombo nella comunità, ed hanno sequestrato un solidale, Santiago Maldonado. Da quella data, di Santiago non si sa nulla. Per settimane lo stato ha negato la sua responsabilità per quanto successo.
Il territorio nel quale Santiago è scomparso, per lo stato argentino è di proprietà del gruppo Benetton, in realtà è terra che lo stato ha strappato alle popolazioni indigene durante la conquista del deserto(1872-1884), genocidio finanziato da compagnie inglesi che, a fine invasione, hanno ricevuto enormi quantità di territorio che Benetton ha comprato negli anni ’90.
Più i giorni passano e maggiore risulta il coinvolgimento di Benetton nella sparizione di Santiago Maldonado.
Pertanto invitiamo individualità, gruppi, spazi a manifestare il giorno 30 settembre 2017 nei vostri territori, secondo le forme e modalità che voi sceglierete. Chiediamo cortesemente che nelle attività non vi siano bandiere di partito.

Per la liberazione immediata di ogni vittima e schiav* del capitale, della Terra e dei/delle sue abitanti da ogni dinamica di dominio e prevaricazione, le seguenti realtà sostengono e aderiscono (come già fatto dal Collettivo antispecista ed antifascista torinese e la F.A.I. di Torino lo scorso 15 settembre con un presidio in città) alla manifestazione che si terrà il prossimo 30 settembre a Milano: dalle ore 15 alle ore 18 davanti al negozio Benetton di Corso Buenos Aires 19, angolo San Gregorio.

Contagio Antispecista
Collettivo antispecista ed antifascista torinese
Brescia Antispecista
Earth Riot
Agripunk
Oltre la Specie
Resistenza Animale
Antispecist* Libertar* Ferrara

Le altre iniziative in programma.

Meglio nud@ che in divisa

Riportiamo l’appello diffuso da l’Assemblea frocia antifascista autorganizzata in merito al Pride che si terra ad Arezzo sabato 27 maggio.
Un comunicato che sprona alla costruzione di una giornata che non sia solo di festa, ma anche di lotta, contro quelle dinamiche di repressione pianificate e giustificate dalla retorica del “degrado urbano”.
Concentramento alle ore 15 presso la stazione di Arezzo.

Scenderemo in piazza costruendo uno spezzone convergente, contro tutte le discriminazioni, contro tutte le repressioni.
Scenderemo in piazza contro la militarizzazione dei territorio e lo stato di polizia in cui vessano ormai tutte le città.
Scenderemo in piazza contro le deportazioni dei migranti, contro i C.I.E. e tutti i lager di stato. Scenderemo in piazza in solidarietà a chi lotta ogni giorno, a chi è recluso nelle galere, al fianco di chi combatte l’oppressione ovunque essa sia.
Per costruire una giornata di lotta e non solo di festa. Costruiamo uno spezzone queer, libero e antifascista.