Il fantasma

A norma di legge
Basta un termine, una formula, una semplice combinazione di parole per sedare le folle, soffocare l’opinione pubblica giustificando, così, anche il più vile atto repressivo.
Un’analgesico che permette la persecuzione dei popoli, i rastrellamenti etnici, lo sfruttamento di specie senza che questo provochi una reazione nelle coscienze di chi non viene toccato/a da provvedimenti spacciati per “dovuti”, e certamente voluti e diffusi allo scopo di alimentare diseguaglianze sociali: quel “noi e loro” che determina chi è sacrificabile e chi invece può far comodo al sistema.
Così si accetta passivamente l’abbattimento di animali che, costretti a scendere nella “civilizzazione” delle città a causa della carenza di cibo e della caccia condotta da “l’animale più pericoloso”, vengono uccisi perché colpevoli di aggirarsi in quelle stesse zone che un tempo rappresentavano il loro habitat, prima che fossero occupate da cemento e intolleranze.
Vengono emesse sentenze di morte che demonizzano l’oppresso al fine di tutelare gli interessi economici di chi basa il proprio profitto sulla schiavitù animale.
Parlano di “decoro”, di “degrado urbano” generando così la percezione di un problema che in realtà non c’è. Perché il degrado non è rappresentato da un animale che scorrazza libero, ma da un ragazzo morto ammazzato perché perseguitato da chi i problemi li fabbrica di mestiere, per poter giustificare e normalizzare le violenze di genere, di razza e di specie.

Riportiamo di seguito uno scritto ricevuto da Cappuccetto Nero in merito ad una “favola” moderna ambientata tra discriminazioni e menzogne, ma dal sapore di resistenza.

M75: una bella favola dei giorni nostri

Lo hanno chiamato lo “spettro” per la sua elusività e la velocità con cui riesce a far perdere le proprie tracce.
Condannato a morte senza processo solo per aver semplicemente mangiato in montagne dove l’inverno è proibitivo, la sentenza, ad ora, non è stata ancora applicata, non hanno la minima idea di dove sia.
M75, questo il nome asettico dato a un lupo che in dicembre, probabilmente spinto dalla fame, ha superato i crinali delle alpi italiane per giungere in Svizzera. Acccusato per la sua naturale indole predatoria (secondo le autorità svizzere avrebbe ucciso più di 40 pecore) ora è braccato da decine di cacciatori armati di fucile e strumenti tecnologici, ma, nonostante i rastrellamenti di giorno e di notte, rimane uno spettro.
Un singolo lupo che uccide decine di pecore in un solo mese ha la stessa credibilità di un bimbo di 8 anni che solleva 200 kg di peso in palestra, solo in un caso un lupo colpisce con queste modalità, nel caso in cui entra in un recinto e, al chiuso, ha comportamenti simili alle volpi con le galline, le uccide in ambiente stretto inebriato dall’odore.
In natura i lupi predano quello che gli serve per sopravvivere, non fanno stragi. Fosse così in italia, che pare da studi approfonditi sullo studio dei lupi, ve ne sono circa 2000, in un mese sarebbero responsabili di 80.000 pecore morte, ridicolo.
Forse gli allevatori vogliono qualche incentivo? Nulla di male, lo sanno tutti che la maggior parte delle predazioni avviene per i cani erranti, abbandonati o lasciati in giro o semplicemente in gruppo, dove per nutrirsi attaccano spesso pecore e capre per sopravvivere. Solo che per predazioni di cani erranti non ci sono incentivi o risarcimenti, per i lupi si, quindi pure la nonna in cariola l’ha ammazzata un lupo, magari qualche soldo arriva.
Capita anche, spesso, che gli allevatori per mascherare animali malati, li lascino all’aperto per farli sbranare e così attribuire le colpe ai lupi per i risarcimenti.
Il lupo è un predatore opportunista, se non trova prede può nutrirsi di bacche per mesi, quando ha la possibilità di trovare una preda “domestica” (greggi isolati) può naturalmente attaccare il singolo animale che lui ritiene più facile, la singola pecora, la singola capra, in aperta zona fa così (si parla di lupi solitari non di branchi) cambia se si trova in un recinto chiuso, ma sembra che dalle notizie svizzere gli animali fossero al pascolo.
Dire che il lupo devasta decine di animali in natura, per giunta da solo, non solo è una palla grande come una casa, ma si fa informazione distorta e criminale.
Volete ammazzarlo? Non dite che è il lupo cattivo delle favole, non vi crede nessuno. Lo sappiamo che prima o poi lo ucciderete, trovandolo solo in cresta gli sparerete un bel proiettile in testa da un chilometro con i vostri mirini di merda, non meno, se no vi caghereste nelle mutande dalla paura ad affrontarlo, e farete festa per aver eliminato il pericolo più terribile della vostra vita, della vostra quotidianità inutile, delle vostre convinzioni imboccate da altri, un antagonista che vi ruba le prede, voi uomini-cartuccera superiori, ma ricordate, anche dopo averlo fatto, non diventerete eroi ma solo soldatini mediocri.
Intanto lo spettro continua a respirare con infinita dignità da 5 mesi e la vostra umiliazione è solo gigante serenità e gioia per il bosco, ma anche dopo che l’avrete ammazzato continuerà a farlo dentro di noi.
Corri amico, corri, corri fino al sole, corri in cima agli altopiani di neve, corri di notte in praterie bagnate, corri alla falce della luna, non fermarti mai, corri anche per chi non può farlo.
Il tuo nome non è M75 è libero.