Una riflessione sull’anticapitalismo – di Barbara X (italian/english)

Riportiamo di seguito l’appello diffuso recentemente da Barbara X e rivolto ai/alle compagn*, un monito affinché l’anticapitalismo possa finalmente rappresentare quel bacino di intersezione delle lotte di liberazione, il cui raggiungimento non può prescindere dalle istanze antispeciste.
Appello già ripreso e sottoscritto da Brescia Antispecista, che a nostra volta firmiamo invitando chi si ritrova nelle parole che riportiamo di seguito a comunicarci la medesima volontà.

Quando si partecipa a un corteo antifascista, a un presidio per rivendicare diritti per tutti e tutte, si è consapevoli di schierarsi contro un sistema di dominio che ha una forza nettamente superiore rispetto a chi si ribella. È la forza del capitalismo, del potere, che ha dalla sua parte la maggioranza dei consensi e ogni tipo di difesa. Eppure si scende in piazza lo stesso, si scende in piazza per dire “No”, si scende in piazza perché si ha una fiducia incrollabile nelle proprie idee. E si boicotta, si condanna, si contesta, anche se ciò sovente non porta frutti nell’immediato.
Ci si batte contro il fascismo, contro il sessismo, contro il razzismo, contro l’omotransfobia, contro il capitalismo e via dicendo; ma purtroppo si fa una gran fatica ad aggiungere a queste battaglie la lotta contro lo specismo, cioè lo sfruttamento di chi appartiene a specie diverse dall’umana. È talmente radicata nelle nostre società l’idea che gli animali di specie diverse dalla nostra valgano meno di niente, che anche la maggioranza degli antagonisti decide di disinteressarsene, di non dire in questo caso il proprio “No” al sistema di dominio. Nessuno della “setta dei vegani” (secondo una definizione delle destre capitaliste che vogliono salvaguardare i propri interessi e tutte le industrie – allevamenti, armi, ecc. – che vivono sfruttando e distruggendo) vuole “convertire” nessuno nel suo privato: semplicemente sono sempre di più i compagni e le compagne che si chiedono come mai, almeno per quanto riguarda iniziative pubbliche e di autofinanziamento, vengano ancora usati i corpi senza vita delle vittime del sistema di dominio, di quel sistema di dominio che si vorrebbe strenuamente combattere. Reputare inferiori altri viventi è contrario ad ogni considerazione etica, politica, scientifica. A nessuno viene chiesto di diventare vegano/a da un giorno all’altro, ma almeno di riflettere su tale questione, poiché ci sembra doveroso e sempre più urgente. Non è ammissibile rimanere indietro su questo versante della lotta politica: se non si riesce (o non si vuole) abbozzare una riflessione sull’antispecismo, e cercare quindi di agire di conseguenza quando se ne presentino le occasioni, si va inevitabilmente ad intaccare, ad indebolire anche le altre battaglie. Gabbie e catene non ci dovrebbero essere per nessuno, e invece, con tutto il loro orrore, saltano fuori quando si tratta di sfruttare gli ultimi fra gli ultimi, cioè gli animali non umani, che fatti a pezzi nel “carnaio popolare” vanno a soddisfare i capricci del palato; spesso ci si giustifica con la parola “tradizione”, ma essa non è che il frutto mostruoso del più bieco conservatorismo: e questo purtroppo – politicamente parlando – è tragicamente trasversale.
Soprattutto in un’epoca come la nostra, non si può essere anticapitalisti a corrente alternata: con modalità di volta in volta differenti, organizzare pranzi a base di carne e derivati animali significa, più o meno indirettamente, sostenere un sistema di dominio che sta devastando anche le vite dei più poveri e indifesi fra gli esseri umani, nonché il pianeta stesso che ci ospita.
Inquinamento, abuso delle risorse, squilibri sociali, miseria e quant’altro: tutto ciò è ormai di pubblico dominio, come si fa a non considerare questi aspetti?
I controsensi sono all’ordine del giorno, ma è tutt’altro che difficile essere coerenti per davvero con le proprie lotte, con le proprie idee. In genere, sembra siano ben chiare le riflessioni sul rispetto delle differenze; eppure, tutte le porte vengono chiuse quando si parla dell’animale come un altro da rispettare. Che l’essere umano sia il padrone del pianeta e sia sempre superiore a qualunque altra forma di vita, be’, questa è un’idea che rimanda a tristissimi e bui momenti della storia umana, a partire anche da concetti espressi nei libri sacri… Per cui oggi continuare a combattere una pulsione criminale come il fascismo adottando con gli animali gli stessi metodi che fascisti e nazisti hanno usato contro i loro oppositori e contro le minoranze, è quanto mai illogico e sempre più penoso.
Non si può continuare a perpetuare l’ideologia del più forte che schiaccia il più debole: e l’animale di una specie diversa dalla nostra non fa eccezione. A fascisti e compagnia cantando è inutile fare certi discorsi, li si combatte e basta: odio e sopraffazione fanno parte del loro corredo pseudopolitico, quello degli oppressori. Ma compagni e compagne hanno l’obbligo politico di capire che si può e si deve (almeno in occasioni pubbliche, per il momento) rinunciare ad un’orrida abitudine consolidata. Conoscendo la sofferenza e lo sfruttamento che stanno dietro gli allevamenti (sia intensivi che biologici: cambia poco), la morte cruenta di esseri che, scientificamente ed eticamente, è dura definire inferiori, sapendo che gli allevamenti sono fra le principali fonti di inquinamento a livello mondiale, come si può sperare di ottenere vittorie significative nelle battaglie contro le nocività, contro l’inquinamento, contro le disuguaglianze sociali, continuando a sostenere tutto questo con le scelte alimentari?
Nessuno vuol fare la morale a nessuno, ma da antifascisti/e, antispecisti/e, anticapitalisti/e crediamo che si debbano metter da parte retaggi, tradizioni, abitudini e cominciare a vedere sotto un’ottica differente determinate tematiche: ne va della nostra credibilità, del futuro nostro e delle nostre lotte.

Brescia Antispecista
Contagio Antispecista
Collettivo antispecista ed antifascista torinese

English version

A reflection on anticapitalism

“When we take part in an antifascist demonstration, in a sit in to claim the rights for everyone, we are aware of the fact that we protest against a system of domination which is much stronger than the ones who resist. It is the strength of capitalism, of power that has on its side the majority of the consents and every kind of defence. Yet we demonstrate anyway, we demonstrate to say “No”, we demonstrate because we have an unshakable trust in our ideas. And we boycott, we condemn, we protest, even if this often doesn’t bear fruit in the near future. We fight against fascism, against sexism, against racism, against homo/transphobia, against capitalism and so on; but unfortunately it is so hard to add to these struggles the fight against speciesism, that is the exploitation of the ones who belong to species other than human. In our societies the idea that animals of species other than our one have no value is so rooted, that also the majority of the antagonists decides to take no interest in them, it decides in this case not to tell its “No” to the system of domination. None of the “sect of the vegans” (according to a definition of the capitalist right that wants to safeguard its interests and all the industries – farms, arms, etc.- which live exploiting and destroying) wants to “convert” nobody in his/her private sphere: simply there are more and more comrades who ask themselves why, at least as regards public initiatives and selffinancing events, the bodies of the victims of the system of domination are still being used, of that the system of domination which we would like to fight strongly. Considering other living beings as inferior is contrary to every ethical, political and scientific consideration. No one is asked to become vegan overnight, but at least to give this issue some thought, because we think it is essential and increasingly urgent. It is unacceptable to lag behind in regard of this side of the political fight: if you cannot (or you don’t want to) define a reflection on antispeciesism, and so try to act consequently when the opportunities arose, this also inevitably undermines and weakens the other fights. Cages and chains shouldn’t exist for anyone, and instead, with all their horror, they come up when it comes to exploit the lasts among the lasts, namely the non-human animals, who cut into pieces in the “popular slaughter” they satisfy the caprices of the palate: often this is justified with the word “tradition”, but it is nothing but the monstrous result of the most sinister conservatism: and unfortunately this – politically speaking – is tragically across-the-board. Above all at times like these, you can’t be alternate-current anti-capitalist: in ways that differ in each occasion, organizing lunches made up of meat and animal products means, more or less indirectly, supporting a system of domination which is devastating also the lives of the poorest and most vulnerable among the human beings, as well as the planet itself in which we live. Pollution, abuse of resources, social imbalances, poverty and so on: all this by now is public knowledge: how can you not to consider these aspects? The contradictions are common, but being really consistent with our own fights, with our own ideas is anything but difficult. In general, it seems the thoughts on the respect for differences are well clear; but, all the doors are closed when we talk about the animal as another being to respect. That the human being is the owner of the planet and he is always superior than any other form of life, well, this is an idea that recalls painful and dark times of human history, based also on concepts expressed in the sacred books… So today continuing to fight a criminal impulse like fascism adopting with animals the same ways that fascists and Nazis used against their opponents and against minorities, is extremely illogical ever more painful. We cannot continue to perpetuate the ideology of the strongest that oppresses the weakest: and the animal of a different species is no exception. Making this kind of speeches to fascists and their company is useless, we just have to fight them: hate and oppression form part of their pseudo-political legacy, that of the oppressors. But comrades have the political duty to understand that we can and we have to (at least on public occasions, for the moment) give up an awful strong habit. Being aware of the suffering and the exploitation that lie behind farms (both intensive and organic: it changes little), the bloody death of beings who, scientifically and ethically, it is hard to define inferior, being aware that farm are among the main sources of pollution worldwide, how can we expect to obtain substantial victories in the struggles against nuisances, against pollution, against social inequalities, if we continue to support all this with our food choices? No one wants to lecture nobody, but as antifascists, antispeciesists, anti-capitalists we believe that we have to put aside legacies, traditions, habits and start looking some kind of issues from a different angle: our credibility, our future and the future of our fights depend on it.”

Barbara X

#SIAA: Calendario delle Mobilitazioni

Settimana Internazionale per l’Azione Antispecista: dal 30 ottobre al 5 novembre contro ogni espressione di dominio e prevaricazione!

Un’iniziativa che incoraggia i cittadini a svolgere ogni tipo di azione: dalla propaganda stradale (dipinti, manifesti, distribuzione di volantini) a laboratori/forum e dibattiti nei vari spazi di riunione affini a questa lotta, a organizzare varie azioni contro attività specifiche con gli strumenti che ogni persona può considerare opportuni, alle mobilitazioni e alle dimostrazioni di massa.
Ognun* può partecipare e sentirsi coinvolto, al fine di scuotere ogni gabbia e simbolo di schiavitù.
In ricordo di Barry Horne e di tutte le vittime umane e non umane dello specismo e del dominio.
Sia le misure individuali che collettive di lotta sono valide; dalle azioni di diffusione alle mobilitazioni.
La solidarietà tra le specie non è solo una parola scritta!

Calendario delle mobilitazioni in programma (in costante aggiornamento)

27 Ottobre – Milano: presidio contro il convegno COOP a cura di BioViolenza
30 Ottobre – Milano: Presidio Antifascista per la Liberazione Animale (italian/english)
1 – 5 Novembre – McRiot: Mobilitazione Anti-capitalista: iniziative in diverse città (Viareggio (3/11) – Brescia, Genova, Ferrara (4/11) – Milano, Bologna (5/11))
3 Novembre – Bari: dalle 19.30 proiezione del documentario Alma, presentazione del neo-collettivo N.A.M.B. (Nucleo Antispecista Militante Bari/Barese) e cena vegan in Ex Caserma Rossani (via Giulio Petroni 8/C)

English version

An international call for a week of action against speciesism, from October 30 and November 5, has been launched through social media. It encourages folks to carry out all kinds of actions, from street propaganda (paintings, posters, distribution of leaflets …) to workshops/forums and debates in your meeting spaces, to self-organizing various actions against specific businesses with the tools that each person may consider appropriate, to mass mobilizations and demonstrations. May each one be organized as it suits each one involved, and may they shake all the cages. In memory of Barry Horne and all the human and nonhuman victims of speciesism and domination.
Both individual and collective measures of struggle are valid; from diffusion actions to mobilizations.
Solidarity between species is not just a written word!

Settimana Internazionale per l’Azione Antispecista (in more versions)